La rodiola (Rhodiola rosea) è una pianta della famiglia delle Crassulaceae. Nota per essere un adattogeno vegetale dalle proprietà dimagranti, è utile contro stress, nervosismo e tachicardia. Ne esistono più di 100 tipologie e tra queste la Rhodiola rosea e Crenulata che grazie alle loro capacità di esplicare numerose funzioni biologiche, vengono impiegate in un’ampia gamma di problematiche.
La droga, che rappresenta la parte fondamentale per l’estrazione dei componenti e dei principi attivi, viene estratta dalla radice. Tra i vari principi attivi è stato riscontrato come, la Rosavina e la Solidroside, siano i componenti più importanti per l’attività terapeutica imputata alla Rhodiola. La Rosavina è un glucoside dell’acido cinnamico ed è presente solo in alcune varità di Rhodiola, al contrario della solidroside che si può trovare in tutte le specie presenti in natura e ha confermato avere un effetto anabolico, che aumenta la capacità lavorativa e il rendimento organico.
In generale, la rhodiola rosea ha un’azione tonico-adattogena in caso di stanchezza fisica e mentale producendo un aumento della concentrazione plasmatica di beta-endorfine in grado di prevenire le variazioni ormonali indicative dello stress. L’estratto di rhodiola crenulata, invece, va a favorire il metabolismo dei carboidrati e la normale circolazione del sangue.
Nel particolare, gli effetti biologici posso essere raggruppati in quattro azioni complessive:
Azione tonico-adattogena, che utilizza l’effetto stress-protettivo attribuito all’asse HPA (ipotalamo-ipofisi-surrene) mitigando i livelli di cortisolo e aumentando quelli di serotonina e dopamina. Questo comporta anche un miglioramento del tono dell’umore con attività simil-antidepressiva.
Forte azione antiossidante, data dalla solidroside, che consente di neutralizzare i radicali liberi circolanti e preservare la funzionalità endoteliale in condizioni di stress. Il tutto si traduce in una azione antiossidante.
Protezione cardiovascolare, evidenziata da test clinici che mettono in risalto l’effetto preventivo sul sistema cardiovascolare, grazie alla diminuzione della pressione arteriosa dovuta alla normalizzazione della produzione di neuropeptide Y (NPY). La forte azione di scavenger dei radicali liberi, attribuita alla solidroside, va a potenziare l’effetto cardioprotettivo.
Non a caso, tutti questi effetti benefici erano noti sin dall’antichità tra le popolazioni siberiane che consideravano la radice di questa pianta un valido aiuto per: aumentare la resistenza fisica, superare le malattie da raffreddamento e prevenire i malori dati dalle alte quote.
Non esistono sussistono controindicazioni importanti ma a dosaggi tra i 1,5-2 grammi di estratto (oltre cinque volte superiori quelli consigliati) può provocare irritabilità e insonnia. Se la si acquista sotto forma di estratto in erboristeria e non si superano le dosi consigliate, non dà problemi di questo tipo.