L’organismo umano non è in grado di sinterizzare la vitamina C e di conseguenza il suo apporto è strettamente dipendente dalla dieta e dall’integrazione. Il rischio di deficienza di acido ascorbico (vitamina C) è sottovalutato nella maggioranza della popolazione, soprattutto in individui di sesso maschile, fumatori e anziani. Secondo l’OMS il basso consumo di frutta e verdura è importante fattore di rischio per l’insorgenza di disturbi cronici in molti paesi: approssimativamente 16 milioni di casi di disabilità (1%) e 1.7 milioni di casi di morte (2.8%) sono dovuti a basso consumo di frutta e verdura. In particolare, nelle donne, la vitamina C gioca un ruolo fondamentale nel mantenimento dell’elasticità cutanea, in quanto è coinvolta nella rigenerazione e nella protezione del collagene.
ACEROLA – IL SUPERFRUTTO
La bacca di Acerola o bacca delle Barbados è un frutto di un arbusto nativo dei territori occidentali dell’India. Viene comunemente mangiato in Brasile ed è usato, secondo la tradizione popolare, come antifiammatorio, astringente, stimolante per il fegato e il sistema renale. Il consumo di Acèrola dovrebbe essere incrementato a fronte del suo enorme contributo nella prevenzione di patologie quali: diabete, cancro, ipertensione, disturbi cardiovascolari, infezioni e infiammazioni.
PROCESSO ASSIMILATIVO
La vitamina C assunta con la dieta viene assorbita maggiormente nella parte prossimale dell’intestino tenue e il grado di assorbimento per dosi dietetiche è elevato, con maggior efficienza per quantitativi compresi tra 60-100mg, e va proporzionalmente diminuendo fino ad assunzioni di una dose massiccia (>500mg). Pertanto giocano un ruolo cruciale le quantità per dose e la modalità di assunzione. In casi di preparazioni a rilascio ritardato o gastroprotette con elevato dosaggio in mg, l’assimilazione sarebbe concentrata comunque a livello intestinale, provocando una perdita di buona parte della vitamina C assunta. Utilizzando le compresse orosolubili il processo assimilativo si ha su due livelli; assimilazione immediata nel cavo orale e assimilazione a livello intestinale. In questo modo è possibile ridurre al minimo il quantitativo non assimilato, prolungando l’efficacia e l’assimilazione.